Mito, fiaba, e quotidianità
si intersecano
continuamente senza soluzione di
continuità all’interno di questa originale
versione del noto testo shakespeariano.
Il Sogno di una notte di mezza
estate è un vero e proprio teorema
sull’amore ma anche sul nonsense
della vita degli uomini che si rincorrono
e che si affannano per amarsi, che
si innamorano e si desiderano senza
spiegazioni, che si incontrano per una
serie di casualità di cui non sono padroni.
Note di regia
Quello che voglio da questo Sogno è
tirare fuori la dimensione inconscia che
Shakespeare suggeriva neanche troppo
velatamente. (…) E così il nostro
bosco sarà foresta, Patria randagia di
zingari circensi e ambivalenti creature
giocherellone, Puck diventerà un violinista
che non sa suonare, Bottom un
pagliaccio senza palcoscenico, Oberon
un antesignano cripto-gay e Titania
una ammaestratrice di bestie selvagge.
L’intenzione è essere affettivi senza essere
affettuosi, ferire per suscitare una reazione, divertire per far riflettere, vivere
nella verità del sogno tralasciando
la ragione asettica e conformista. Un
Sogno di una notte di mezza estate
che diventa apolide e senza linguaggio
codificato, semplici suoni e immagini
che sono meravigliose memorie senza
mai essere ricordi.
“Un vero e proprio teorema sull’amore.”