Ambisce ad avere la densità
di un saggio
musicologico il concerto dell’ORT diretto
da Federico Maria Sardelli, accreditato
tra i maggiori specialisti vivaldiani ma capace
di muoversi con disinvoltura dalla
musica medievale fino a quella di fine
Settecento. Riemergono autori dimenticati
dalla storia (come Anton Filz, violoncellista
nella celebrata orchestra di Mannheim,
e Johann Martin Kraus, coetaneo
di Mozart che fu maestro di cappella
alla corte di Gustavo III di Svezia), o un
tantino trascurati, tipo il figlio di Bach,
Carl Philipp Emanuel, per comprendere
meglio su quale terreno, dalla metà del
’700, sia fiorito lo stile classico viennese
espresso da Haydn e Mozart.
Federico Maria Sardelli
ha fondato nel
1984 l’orchestra barocca Modo Antiquo
con cui svolge attività concertistica in
tutto il mondo. È il direttore principale
dell’Accademia Barocca di S.Cecilia e
dell’Orchestra Filarmonica di Torino. Ha
diretto nelle più importanti sale d’Europa
ed ha al suo attivo più di quaranta
incisioni discografiche, sempre in veste
direttore e di solista. Si è assicurato due
volte la nomination ai Grammy Awards, per dischi come Vivaldi, Concerti per
molti Stromenti e Concerti Grossi. È
un protagonista della rinascita del teatro
musicale vivaldiano dei nostri tempi. La
Regione Toscana lo ha insignito, «per l’eclettismo
artistico e lo spessore culturale
evidenti», della sua più alta onorificenza,
il Gonfalone d’Argento. Nel 2015 il
suo romanzo L’affare Vivaldi ha vinto il
“Premio Comisso per la Narrativa” ed è
diventato un bestseller. Sardelli è anche
pittore, incisore ed autore satirico.